Gli Arcivescovi di Milano

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GLI ARCIVESCOVI DI MILANO DIONIGI TETTAMANZI CARDINALE DI SANTA ROMANA CHIESA ARCIVESCOVO DI MILANO Chiamati a custodire e diffondere la memoria di santa Gianna Beretta Molla, madre di famiglia. Lettera dell’Arcivescovo al Decanato di Magenta. Carissimi presbiteri, diaconi, consacrati e fedeli laici del Decanato di Magenta, la crescente attenzione e la sincera devozione che la figura di santa Gianna Beretta Molla continua a suscitare in molti confermano che, con la sua beatificazione e canonizzazione, la nostra Chiesa di Milano è stata raggiunta da una singolare grazia e da una profonda gioia spirituale. Come ho ricordato in preparazione al solenne riconoscimento della sua santità da parte dell’amato Giovanni Paolo lI, quella di Gianna è stata «la prima canonizzazione che riguarda direttamente la nostra Diocesi dopo san Carlo Borromeo» e Gianna è «la prima madre di famiglia che, dopo i primi tempi del cristianesimo e dopo il Medioevo, viene riconosciuta come santa da tutta la Chiesa» (Lettera alla Diocesi per la Quaresima 2004). Anche questi aspetti contribuiscono a mettere in risalto la grande responsabilità di tutta la nostra Chiesa ambrosiana – e, in particolare, delle comunità parrocchiali di questo Decanato di Magenta – dove Gianna è nata, ha vissuto, è morta e ora riposa nell’attesa della risurrezione gloriosa. Come sappiamo, ella è nata a Magenta. Lì ha trascorso buona parte della sua giovinezza e lì nella basilica della parrocchia di San Martino si è sposata. Sempre a Magenta, nella casa di Ponte Nuovo, ha vissuto in pienezza la sua vocazione di sposa e di madre, servendo e donando tutta se stessa, giorno dopo giorno, nella via di santità propria del matrimonio, fino a sacrificare, con «meditata immolazione» (Paolo VI, Angelus del 23 settembre 1973), la propria esistenza per non violare il mistero della dignità personale della vita umana che portava nel grembo. A Ponte Nuovo di Magenta e in particolare a Mesero, Gianna ha poi esercitato il suo “ministero” di medico. A Mesero inoltre, affacciato sulla piazza a lei dedicata, si trova il suo ambulatorio. È ancora lì che, nella casa di via Monte Rosa, dove abitano il marito Pietro e la figlia Gianna Emanuela, sono custoditi con affetto non solo la memoria di questa sposa e mamma santa, ma anche gli arredi e ciò che costituiva l’habitat quotidiano della sua autentica famiglia cristiana nella «magnifica casetta» – come lei stessa la definiva – di Ponte Nuovo di Magenta. Ed è sempre a Mesero che sono custodite le spoglie mortali di questa “Santa della quotidianità”. Non c’è dubbio, allora, che la “memoria” viva e feconda di santa Gianna debba essere custodita e riproposta in modo del tutto singolare proprio in queste parrocchie e terre del magentino, benedette dalla sua presenza e dal suo passaggio. Nello stesso tempo, quella di santa Gianna è una memoria che chiede di essere condivisa con tutti. Gianna, infatti, proprio perché santa, è di tutta la Chiesa. Non è solo della sua famiglia, della sua città, del suo paese, ma è di tutti, della Chiesa universale, appartiene alla Chiesa! II suo messaggio spirituale, allora, deve essere mantenuto vivo e deve essere comunicato a vantaggio della Chiesa intera. In realtà, dal magentino, dalla nostra Diocesi e dal Brasile – dove sono avvenuti i miracoli che ne hanno permesso la beatificazione e la canonizzazione – la conoscenza e la venerazione di santa Gianna si sono diffuse in tutti i Continenti, raggiungendo un grande numero di Paesi del mondo. Molti sono stati anche gli scritti su di lei, in circa venti lingue diverse, che hanno visto la luce in questi anni. Moltissime le lettere pervenute da ogni parte del mondo, che ringraziano la Santa e che chiedono sue reliquie o pubblicazioni e sussidi su di lei. Diverse centinaia sono stati i pellegrinaggi alla sua tomba e ai luoghi della sua vita, dall’Italia e dall’estero. E tutto ciò continua a verificarsi con un ritmo sempre crescente. Di fronte a questo “movimento di popolo” e alle numerose iniziative sorte nel nome di santa Gianna, sento vivo il dovere di ringraziare tutti coloro che, in questi anni, si sono adoperati con generosità e passione per mantenere vivo e per diffondere il ricordo di questa nostra Santa. La mia sincera gratitudine personale, unita a quella di tutti noi e dell’intera nostra Chiesa, va anzitutto al marito, ingegner Pietro Molla, il quale – oltre ad offrire la sua preziosa e insostituibile testimonianza – ha conservato e ordinato con cura meticolosa gli scritti e gli oggetti della Santa e ha tenuto i contatti con tutti coloro che, da ogni parte del mondo, chiedevano notizie, sussidi, materiali e testimonianze o si recavano in pellegrinaggio sulla tomba della moglie. La stessa cordiale gratitudine si estende sia ai figli, sia al fratello e alla sorella di santa Gianna. Il nostro grazie va, poi, a Mesero e, in particolare, al suo Parroco che, con pazienza, convinzione ed entusiasmo, ha saputo animare la comunità parrocchiale e coinvolgere anche quella civile sia in celebrazioni e iniziative di vario genere, promosse con costanza dalla beatificazione in poi, sia nell’accoglienza dei pellegrini. Senza dimenticare quanto a Mesero si è compiuto – anche con l’esplicito incoraggiamento dei mio predecessore cardinale Carlo Maria Martini – per il restauro della vecchia chiesa parrocchiale e degli annessi locali dell’ex casa canonica, per farne un “Santuario della famiglia” con relativo “Centro di spiritualità” dedicati a santa Gianna, con l’auspicio che in quello stesso Santuario potessero essere traslate le spoglie mortali della Santa. Un grazie altrettanto convinto va a Magenta e alle sue parrocchie – in particolare a quella di San Martino e a quella di San Giuseppe Lavoratore in Ponte Nuovo – dove, soprattutto con la canonizzazione, sono andate moltiplicandosi le iniziative per ricordare la nostra Santa da parte di quella che giustamente viene definita “la sua città”. Né posso tralasciare, in questo ringraziamento, tutti i componenti della “Fondazione Santa Gianna Beretta Molla” e coloro che, a livello diocesano, hanno sempre operato in accordo con i familiari e con le parrocchie non solo in occasione della beatificazione e della canonizzazione, ma anche prima e dopo di esse. Apprezzando il lavoro e l’impegno di tutti coloro che fin qui ho ricordato a favore della conoscenza, della venerazione e soprattutto della proposta di vita evangelica – così affascinante per le donne e gli uomini e per le famiglie d’oggi – che proviene dalla testimonianza di santa Gianna, ritengo, nella mia responsabilità di Vescovo, necessaria e urgente, da un punto di vista pastorale, l’assunzione di una responsabilità ancora più diretta della nostra Chiesa diocesana per mantenere vivi e diffondere la memoria e il messaggio di santa Gianna. Sono convinto che tale impegno sia prioritario per tutti coloro a cui sta a cuore santa Gianna e si sentono a lei legati e che ogni altra “questione”, pure significativa quale quella – discussa in diverse sedi negli ultimi mesi – della collocazione definitiva del corpo della Santa, non rivesta, almeno in questo momento, caratteristiche tali di urgenza da richiedere una presa di posizione conclusiva. Perciò, alla luce di questo discernimento e tenendo presente il bene della Chiesa, stabilisco che – confermando le decisioni già prese autorevolmente prima del mio ingresso in Milano – si proceda nel più breve tempo possibile a portare a termine i lavori di restauro della vecchia chiesa parrocchiale di Mesero con annessa ex casa canonica, assicurando a tale scopo da parte della Diocesi tutto il sostegno necessario anche da un punto di vista economico. È questo un passo da fare, come premessa indispensabile per poter addivenire – predisponendo fin d’ora da parte dei competenti Organismi diocesani tutto quanto è necessario – alla erezione della suddetta chiesa e annesse pertinenze a “Santuario diocesano dedicato a Santa Gianna Beretta Molla”; con relativo “Centro di spiritualità”. Nello stesso tempo, in attesa di poterne formalizzare la nomina a Rettore del Santuario e animatore del Centro di spiritualità, chiedo a don Tiziano Sangalli di assumere fin d’ora – quale “Delegato arcivescovile” – il compito di custodire e promuovere a nome della Chiesa, in particolare della nostra Diocesi, la memoria di santa Gianna. Nello svolgere questo compito – che viene descritto in modo più preciso nell’apposito provvedimento da me firmato in data odierna – egli avrà cura di coinvolgere anzitutto le comunità parrocchiali e le realtà ecclesiali di questo Decanato di Magenta. Con grande fiducia depongo queste decisioni e questo progetto pastorale nelle mani e nel cuore di santa Gianna che, con la sua vita e la sua testimonianza, è stata segno e strumento della benedizione del Signore per queste terre magentine e che ora, con la sua santità, arricchisce di grazia la nostra Diocesi e l’intera Chiesa universale. E la prego perché, con la sua intercessione, aiuti i suoi familiari, le comunità locali di Magenta, Mesero e Ponte Nuovo, l’intero Decanato di Magenta e tutta la nostra Diocesi ad accogliere con disponibilità e con gioia queste mie scelte e a metterle in atto con docilità e con vera passione missionaria. Nel desiderio che la sua testimonianza e il suo messaggio di donna meravigliosa e amante della vita e di autentica testimone del Vangelo come giovane, sposa, madre e medico siano di stimolo a tutti per camminare nella via della santità, quale «”misura alta” della vita cristiana ordinaria» (Novo millennio ineunte, n. 31). Con il mio saluto affettuoso, mentre invoco su tutti e su ciascuno la grazia e la benedizione del Signore. + Dionigi Card. Tettamanzi, Arcivescovo di Milano Milano, 8 settembre 2006 Solennità della Natività della B. V. Maria